Emirati Arabi: si chiude l’anno della Tolleranza e si apre quello dell’Unione
Si sta per concludere il 2019, anno dedicato alla tolleranza negli Emirati Arabi, con una notizia di portata storica: ad Abu Dhabi, nel cuore del mondo arabo, è stato nominato il rabbino capo della comunità ebraica del Paese, Yehuda Sarna.
“Un importante hub e punto di incontro tra le religioni”, ha sottolineato Sarna riferendosi agli Emirati Arabi, in attesa che comincino i lavori di costruzione della Abrahamic Family House, la Casa della Famiglia Abramitica, che vedrà una sinagoga, una moschea e una chiesa sorgere una accanto all’altra, a Saadyat Island, con l’obiettivo di lanciare un messaggio di unità al mondo, promuovere il dialogo, lo scambio, l’accettazione tra diverse credenze, nazionalità e culture.
“I valori del rispetto e della convivenza pacifica – ha sottolineato Mohamed Khalifa Al Mubarak, Presidente del Dipartimento della Cultura di Abu Dhabi – risalgono al padre fondatore degli Emirati Arabi, lo sceicco Zayed Bin Sultan Al Nahyan, la cui visione per una società diversa e accogliente vive oggi”.
E così, proprio nei giorni scorsi, lo Sceicco di Dubai e Primo Ministro del Paese, Mohammed bin Rashid Al Maktum, ha annunciato che l’idea di tolleranza sarà in qualche modo istituzionalizzata a livello governativo, per cementare la posizione degli Emirati come leader e “incubatore” di questo valore. Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti un’iniziativa nazionale che metterà la tolleranza al centro di tutti i programmi e delle attività del Governo.
“Vogliamo che la cultura della tolleranza sia uno stile di vita nel tessuto delle nostre politiche, ambienti di lavoro e società nel suo insieme – ha dichiarato lo Sceicco Al Maktum – in modo tale che gli Emirati Arabi Uniti possano essere un modello, da diffonder a livello globale”.
L’Anno della Tolleranza si era inaugurato con la visita di Papa Francesco, lo scorso febbraio, con la conferenza interreligiosa, la firma del documento sulla fraternità umana, siglato ad Abu Dhabi dal Pontefice e dall’Imam Al Tayeb, e la creazione di un Ministero della Tolleranza.
E il prossimo anno, a che cosa sarà dedicato? Il 2020, come è stato annunciato sabato, sarà una sorta di trampolino di lancio per preparare il Paese a celebrare i 50 anni dall’unione dei sette emirati, il Golden Jubilee 2021, e per lanciare i piani di sviluppo da portare avanti nei prossimi 50 anni.
“Cinquanta anni fa, i padri fondatori hanno plasmato la nostra vita oggi – ha sottolineato lo Sceicco Al Maktum – e il prossimo anno modelleremo i prossimi cinque decenni per le generazioni future”. Per questo saranno istituiti due nuovi Comitati di Gabinetto, il primo per definire le strategia di sviluppo del Paese, il secondo per organizzare le celebrazioni del prossimo anno, che vedranno coinvolte anche tutte le ambasciate straniere negli Emirati Arabi.

