Vivere negli Emirati

Gli Italiani e il problema pizza

Mr. Mandolino è stufo dei social e della pizza. Forse consumato dai troppi pasti ai ristoranti, ci da un’immagine cruda degli italiani che parlano di pizza sui social.

Rientrando nella categoria degli animali sociali, ci sono diverse situazione che caratterizzano la nostra vita e i nostri comportamenti. Gli esseri umani, come molti mammiferi, provano piacere nel mangiare, bere e riprodursi. Sono le tre sfere fondamentali che garantiscono la sopravvivenza della specie. 

Si notano però sempre più spesso alcuni comportamenti che risultano totalmente anti intuitivi. Ad esempio, l’acquisto di un prodotto o scelta del cibo. In queste situazioni ci troviamo a chiedere il parere di altre persone mentre soppesiamo le opzioni che ci vengono poste, sia questa la scelta di una nuova macchina, il ristorante dove andare a mangiare questa sera o la nostra prossima meta delle vacanze. Niente di male, fino a qui. D’altronde referenze e feedback, soprattutto quando arrivano da persone di cui ci fidiamo, è proprio quello che intensifica o indebolisce maggiormente il nostro rapporto con un prodotto o un brand, finanche ad un posto.

Rimane un unico problema di fondo. Spesso le persone si lasciano influenzare più dall’approvazione altrui e dal rinforzo positivo di una nostra scelta invece che dai propri gusti personali o dalla logica: insomma tutto ciò che, per definizione, va oltre l’approvazione sociale. Ecco, proprio questa influenza che codesti elementi -di fatto esterni alla nostra scelta- hanno sul risultato finale mi infastidisce profondamente. 

Il processo decisionale, che dovrebbe essere principalmente basato sui nostri gusti personali o un chiaro beneficio verso noi stessi, viene totalmente sporcato da un’innata paura di non essere approvati dal nostro circolo sociale. Ed ecco che entra in scivolata a gamba tesa la questione della pizza. Allacciatevi le cinture da qui, perché non ho nessuna intenzione di andarci leggero.

Conoscendo molte persone di varie nazionalità, mi stupisco sempre della differenza con cui la questione alimentare per un italiota viene considerato diverso dalle altre cucine. Non ho mai avuto un discorso simili con una persona di nazionalità greca per sapere quale fosse il Gyros Pita migliore di Dubai. Solitamente la conversazione termina in due battute: “Ordina uno Shawarma, è la stessa cosa”. Allo stesso modo, nessuno dei miei amici Indiani o Pachistani ha mai suggerito un posto anziché un altro. Alla domanda “Dove si mangia la miglior Parata della città?” scaturisce solitamente una lista di locali meno cari e più vicini da dove mi trovo al momento della domanda.

E, si, piacerebbe a tutti che la pizza fosse una cosa tutta italiana. Come ormai sappiamo, l’Italia non si può attribuire ne l’invenzione ne la recente ascesa a fama (e fame) mondiale di questo semplice manicaretto.
La pizza come concetto culinario, la troviamo in diversi paesi Africani e Orientali ben prima del famoso spuntino offerto alla regina Margherita in quel di Napoli. Come del resto è chiaro che il trancio di pizza è stato reso popolare negli Stati Uniti, e poi rimbalzato nel Bel Paese che ne ha giustamente goduto, e non poco.

Siamo tutti parte dei migliori

Le feste tirano tutti scemi, me compreso, e riappaiono per l’ennesima volta le fatidiche domande che provocano quell’immediata accelerazione di qualsivoglia oggetto solido nel raggio di 5 metri, per impattare sui nostri… piedi, pur di non sentire le classiche e banali riposte e prese di posizioni. 

“Qual è la miglior pizza di Dubai?” 
*urlo Munchiano*

Se potessi essere sincero, la mia risposta sarebbe la deportazione immediata. Venendomi richiesta la correttezza politica, anche storica, ancora non mi è permesso questo suggerimento. Partiamo dal fatto che la domanda in questione, fatta dall’annoiata/annoiato di turno, non è certamente a fini statistici: è posta in maniera aperta e non delinea alcun tipo di segmentazione sulla popolazione (non chiedendo poi età, sesso, o preferenze sessuali). Come può qualunque risposta dare soddisfazione al richiedente? Vi è un motivo oscuro che non riesco a cogliere? Pare di si.

Questo comportamento ha una ragione di fondo che è divisa a metà tra un  disagio moderno, conosciuto come FOMO (Fear OF Missing Out, ovvero la paura di perdersi qualcosa) e, con mia relativa sorpresa, rientra nel concetto di approvazione sociale citato prima. Se più persone nel mio circolo, largo o ristretto, sono d’accordo che la pizza che piace a me è la stessa che piace a loro, come la mia macchia è riconosciuta come cool, ci sentiamo giustificati a posteriori per la vuota domanda che cerca preferenze, ma ottiene solo pareri. Pareri che non fanno una prova, nemmeno se rispondono in cento. Questa particolare interazione sociale arriva addirittura ad influire sull’attrazione sessuale che proviamo per una persona.

È chiaro che nel rispondere, invece di dare un parere basato sul precedentemente citato processo decisionale, che soppesa pro e contro, prezzo e qualità, distanza da casa o ufficio, gentilezza dello staff e cosi via, si scriverà semplicemente un nome. Un nome che viene ripetuto per diversi motivi. Uno conosce il pizzaiolo, l’altro il cameriere, l’ultimo gli ha venduto il sale, il motorino per le consegne o il prezzo si adatta a quello che vogliamo che la gente pensi di noi.

Si, perché, chiediamocelo tutti insieme e ad alta voce, se la Margherita “italiana” costa 60aed perché il Manakeesh arabo costa 9aed e la pita con formaggio e pomodoro 12? E soprattutto perché arriviamo a pagare fino a 120aed? Gli ingredienti sono gli stessi. Volete più olio? O le vostre papille gustative sono state calibrate all’immigrazione e rischiano di rompersi se mangiate l’ananas insieme al pane? Sento già l’indignazione salire. Non sia mai! E poi tutti a mettere il limone sul pesce, mentre i giapponesi fanno harakiri.

Non fatevi ingannare, signore e signori. Se vi piace il giallo sul verde son fatti vostri. Magari non uscirete con quello che mette il sandalo col calzino, ma se la stessa persona se ne va col Ferrari, mi gioco una cena che “Alla fine non è diverso dal risvoltino sui jeans”. Per non parlare di quelli che se ne vanno in giro in pigiama, quello si che è caratteristico.

Sono queste le occasioni in cui i nostri gusti personali cadono nel bieco tranello della popolarità social. Ed ecco che, improvvisamente, la dopamina viene rilasciata e noi si può finalmente e con gran sollievo ordinare dal thailandese via Zomato o scegliere di attaccare la VPN: tanto a questo punto, meglio masturbarsi che uscire veramente. Domani posto la foto della settimana scorsa da Zuma, e va tutto bene.

di Mr. Mandolino

Fonte: https://dubaitaly.com/2019/12/21/il-problema-pizza/